FAMA E VALORE: GLI ARTISTI IN DANTE (Relatore Vittorio Cozzoli)

Ritorna Vittorio Cozzoli a parlarci di Dante. Domenica 18 Marzo 2011 al mattino (ore 11) ritrovo presso la Sala del Bovindo di Villa Gianetti (ex Villa Comunale).

L'Associazione Paolo Maruti Onlus, propone l'incontro sul tema di Dante "Fama e valore: gli artisti in Dante". Relatore Prof. Vittorio Cozzoli, poeta e dantista.
Ingresso libero per domenica 18 marzo 2012 ore 11.00 presso la bella sala del Bovindo dell'ex Villa Comunale (Villa Gianetti Via Roma 20 Saronno).
L'argomento verrà trattato seguendo alcune tracce sull’ispirazione che Dante ha dato agli artisti a lui successivi per comprendere l’arte e la poesia, attraverso le sue opere.
Il mistero del valore e della fama: la grande questione.
Lo scopo e il fine dell’arte in genere e della poesia in particolare.
Dal valore alla fama e non dalla fama al non valore (aspetti dell’arte contemporanea).
Alcuni artisti hanno più fama che valore, altri più valore che fama.
Chi sia un artista, quale ‘arte’ lo connoti e quale sia la sua ‘voce’ autentica.
Al servizio della creazione, ma al di là delle scuole: l’originalità.
Il compimento di ogni artista.
Nel personale “cammin di nostra vita” e nel suo “altro viaggio” incontra altri artisti.
Importanza dell’incontro: di Dante con altri artisti e di altri artisti con Dante. Incontro che continua lungo i secoli, anche nel più contemporaneo.
Dove gli altri hanno portato la poesia e l’arte e dove l’ha portata Dante.
Alcuni esempi dall’Inferno e dal Purgatorio.
In Inferno: Dante e Virgilio; (“Tu se' lo mio maestro" Inf. I,85 gli dice Dante, in cui "magister" ha un significato più ampio del modello di bello scrivere, per diventare maestro di vita morale, colui che, pur non avendo avuto la rivelazione della fede, ha tenuta alta la lampada per far luce a quanti vengono dopo di lui).
(“Facesti come quei che va di notte, che porta il lume dietro e sé non giova,
ma dopo sé fa le persone dotte.” Pg. XXII, 67-69
Virgilio rappresenta, così, quell'umana virtù che costituisce il primo gradino del processo di ascesi dell'anima che, partendo dalla ragione, giunge ad una fede consapevole.)
Dante e i Grandi Poeti del “nobile castello” (Omero, Orazio, Ovidio e Lucano) - Dante e Brunetto Latini (fu maestro di Dante).
In Purgatorio: invocazione alle Muse (“Ma qui la morta poesì resurga” Pg.I,7) - Dante e Oderisi (Il dialogo tra Oderisi e Dante affronta il
tema della gloria terrena. Dante ne delimita con nettezza il significato ma ne avverte tuttavia il fascino e l'attrattiva.)
Dante e Bonagiunta (scelta non casuale: Dante vede nel notaio lucchese il personaggio-simbolo di tutto il mondo culturale, ormai maturo a ricevere e comprendere la sua poetica, al limite raggiunto della perfezione espressiva e concettuale e consegnare ai posteri la grandezza della sua poesia giovanile, ed anche per sottolineare il valore mistico-religioso del dolce stil novo, che raggiunge il suo culmine nella poesia d'amore divino) - Dante e Arnaut (le parole di Arnaut chiudono in modo definitivo il discorso sulla poesia amorosa, per cui d'ora in avanti essa potrà essere recuperata solo per cantare la bellezza di Beatrice o lo splendore del Paradiso).
In Paradiso: invocazione ad Apollo (“O buono Appollo, a l’ultimo lavoro fammi del tuo valor sì fatto vaso” Pd.I,13-14) – Davide, il “cantor
de lo Spirito Santo” Pd.XX, 8) – Le parole di Bernardo perché Dante porti a compimento il “valore” della sua scrittura.
Il valore e la fama di Dante: la missione scrittoria, la perenne contemporaneità.
Dove come Dante fonda il Valore: origine, scopo, metro di misura.
Il compimento di sé come artista per mezzo del compimento della propria arte.
La scala dei valori per l’arte degli artisti.
La comprensione del suo valore: necessità di un commento secondo Dante, pienamente polisemico.
Cosa ricavare dall’incontro di Dante con famosi artisti.
Il perché della fama secondo il mondo e secondo Dio: la questione della Fortuna, il rapporto tra Fortuna e Fama.
Lo scopo e il fine dell’arte in genere e della poesia in particolare: la grande questione di ogni tempo e, specialmente del nostro.