L'ITALIA DI DANTE E DEI SUOI, Relatore Prof. Vittorio Cozzoli

Premessa sul significato e sul fine della presente relazione posta al servizio delle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia

Domenica 3 aprile 2011 alle ore 15.00 l'Associazione Paolo Maruti organizza un incontro gratuito APERTO A TUTTI che si terrà presso l'Ex Villa Comunale "Villa Gianetti" nella Sala Conferenze "Bovindo" con il titolo "L'Italia di Dante e Dei Suoi".

Note di premessa sul significato e sul fine della presente relazione, posta al servizio delle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia.

Necessità di un chiarimento intorno a UNITA’ e UNIONE (diversità ed equivoci), dato che ci può essere unità senza unione e unione senza unità.
Occorre riflettere sui progetti ideali e reali che hanno condotto alla storia dell’unità d’Italia. Richiamo alla realtà presente della storia d’Italia, alle sue difficoltà e crisi.

L’Italia di Dante: come realmente (studi e viaggi) la conosce e come ne parla nella sue opere; come la critica, come denuncia i suoi mali, le colpe, i colpevoli, ma anche indicando i suoi ‘eroi’. Note sul modo del suo ritardare l’unità a causa di egoismi municipalistici, locali (Comuni) d’egoismi di assai più alta identità (Chiesa e Impero).
L’Italia come appare nelle sue opere, con lettura di passi particolarmente idonei alla trattazione (cenni alla loro attualità e liceità di una ‘lettura contemporanea’ del loro significato). Dante come padre della lingua italiana (funzione unificante della lingua nell’identità nazionale; importanza del suo ‘volgare’) è anche misura dello scadimento linguistico dell’Italia di oggi.

Dante e ‘i suoi’: cosa si intende con ‘i suoi’; caratteri di questa identità, nello stesso tempo religiosa e laica, presenti in coloro che, come ‘suoi’, vissero prima e dopo l’unità d’Italia (vedi, come testi di riferimento le Canzoni all’Italia di Petrarca e Leopardi, vedi Foscolo; vedi Ungaretti e Saba, ecc. compresi i resistenti contro le dittature antidemocratiche).

Cosa ricavarne, con riferimento all’oggi? Come portare in noi i valori fondanti e critici, in un tempo di dimenticanza della nostra storia (“Italiani, vi invito alle istorie”, Foscolo) e di abbassamento di livello della vita morale e culturale, con conseguente scadimento della politica. Necessità e urgenza del richiamo ai valori ed ai principi fondanti l’Unità d’Italia. Importanza dell’intendere quanto e come l’Italia, secondo la sua Costituzione, sia un ‘progetto’ da portare a compimento.
Dante indica ai ‘suoi’, come difendere, portare ad incessante realizzazione la presenza dell’Italia nella storia. Rinascimento e Risorgimento: tutto finito?
Non possiamo crederlo. Dante lo lascia intendere, se solo lo sappiamo leggere in modo non storicistico, ideologico, esoterico, opportunistico o polemico. Ma, per questo, occorre un commento ‘secondo Dante’.

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